sabato 23 agosto 2014

Il mio cammino di Santiago

Premetto subito che è il mio cammino di Santiago… 
Ci sono vari cammini verso Santiago, noi abbiamo percorso il più famoso, il più battuto, il più "turistico" e affollato, quello Francese. Il cammino francese inizia dai Pirenei, purtroppo per ragioni di tempo avevamo solo 2 settimane a disposizione e abbiamo deciso di dedicarle alla parte finale, agli ultimi 202 km, partendo da Ponferrada. Lo so che non si inizia un film o un libro da metà, ma come potevo sapere se sarei riuscita a compierlo, se mi sarebbe piaciuto? Mi sarebbe spiaciuto di più iniziarlo e non portarlo a termine, piuttosto che iniziarlo da oltre metà, finirlo e chissà un giorno iniziarlo dai Pirenei…
Ma veniamo a noi e iniziamo a raccontare questa avventura da tempo sognata e desiderata…


7/6/14

Buffo lavarsi i denti in aeroporto, come Tom Hanks in "The Terminal" …
Strano ed emozionante vedere e riconoscere, grazie alla conchiglia, altri pellegrini… e ritrovarsi a dormire, per la prima volta, con 20 o forse più sconosciuti sdraiati su dei materassini per terra, in quella che sarebbe la biblioteca dell'albergue municipale. E' stato un inizio piuttosto brusco, e mi sembra di aver sbagliato tutto ciò che ho portato con me, di non essere preparata… Sono le 22 e tutto si spegne automaticamente, per fortuna anche i computer che sono a qualche passo dalla mia testa… Cala la notte, si accendono i rumori dei pellegrini e anche assurdi rumori dal piano terra… e io fatico ad addormentarmi, fa caldo ma voglio sentirmi al sicuro - e al pulito- dentro al mio sacco a pelo


8/6/14 Ponferrada - Villafranca del Bierzo
Primo giorno di cammino…
Levataccia alle 5.30, ma non siamo i primi a partire, altri come noi stanno già facendo colazione… Del resto come si poteva dormire così?! Alle 6.15 siamo già in strada, iniziamo a camminare che è ancora buio e fa freddino, ma non siamo soli, in giro incrociamo soltanto pellegrini! Le prime 2 h filano via veloci e senza colazione, solo un paio di ciliegie colte qui e li sugli alberi. Tutta la giornata è caratterizzata dall'incontrare casualmente due ragazze tedesche/olandesi -chi lo sà- non abbiamo avuto il coraggio di domandare nulla.. un sorriso, un hola! e via ci si supera a vicenda… Una è solare e socievole, l'altra sembra più riservata. E così scorrono via le prime 6 h di cammino e dopo 24 km arriviamo a Villafranca e ci fermiamo al primo ostello all'ingresso della città, le due ragazze invece proseguono e un po' ci dispiace.. iniziamo a sistemarci,  e lavando magliette e calzini conosciamo un signore che abita a 5 km da casa nostra. A dir poco dell' incredibile! Rientriamo in camera, e tadan sorpresa! Ecco le due ragazze, e chi lo avrebbe mai detto!! Il destino vuole che oggi dobbiamo stare insieme, e mi auguro anche domani, ma non so cosa deciderà di fare il mio ginocchio… dormire per terra a pancia in giù forse non è stata una cosa furba. Prima di cenare con il menù del pellegrino (9/10 € e mangi a sazietà) sosta obbligata in farmacia per reperire della pomata antidolorifica e dei tappi. Non si può dormire senza, è impossibile!


9/6/14 Villafranca del Bierzo - O' Cebreiro
READY ? poco prima della grande salita, sull'ultimo pezzo di asfalto appare questa scritta :-)
28,4 km con un dislivello di 800 (?) metri in 8 h… ma una fatica immensa!
Un dolore ai piedi e le gambe sono distrutte, ma per fortuna il mio ginocchio sembra star bene o per meglio dire non è peggiorato… Ieri sera temevo il peggio ma, con pomata, caldo e riposo stamattina sembra rinato!
La prima metà della giornata è stata noiosa e brutta, tutto un affiancamento alla statale, poi è iniziata la salita, prima su asfalto e poi nei boschi, su sempre più su…e a rendere tutto più faticoso il fango, gli escrementi da schivare e la pioggia.
Ho temuto dovessimo fermarci per il suo ginocchio, ma per fortuna siamo arrivati a destinazione…
Le tedesche non le abbiamo mai incontrate, qui in albergue abbiamo incrociato dei ragazzi che avevano dormito con noi per terra a Ponferrada.
Una giornata caratterizzata dal canto, cantavamo, fischiettando canzoni o per meglio dire pezzi di canzone, era qualcosa che personalmente mi distraeva e mi dava carica. E oggi, a distanza di mesi, quando ascolto "Nessun Dorma" è come essere di nuovo qui.

O Cebreiro, come tutti i paesi incontrati oggi, sono solo 10 case in tutto, ma è magica, la vista tutto attorno su infinite colline verdi, le casette di pietra con il tetto di paglia, la pace, la sensazione di essere quasi fuori dal mondo ripaga immensamente della fatica fatta per giungere fin qua su a 1296 m, ti guardi attorno ... e sei felice, pieno e vuoto al tempo stesso…
Freddo, tanto freddo questa sera…anche nei bagni fare la doccia è stata una tortura, non solo perché non c'erano porte o tende (ma per fortuna eravamo solo in due e io mi sono rifugiata in quella in fondo) ma perché faceva freddo, e anche lasciare asciugare i capelli "natural" è stata una tortura… Per uscire a cena ho indossato tutto ciò che avevo, maglietta,pile,camicia e giacca..
Nella chiesetta c'era una "preghiera" in inglese, mi spiace non aver avuto con me nulla con cui scrivere, ricordo solo alcuni pezzi…
Se torni a casa, al tuo lavoro come prima senza spirito di fratellanza non hai viaggiato da nessuna parte
Se non hai capito che qualcuno ha fatto la bellezza che ti circonda non sei andato da nessuna parte…

Ore 22 scatta di nuovo il coprifuoco… si spegne tutto….


10/6/14 O' Cebreiro - Triacastela
La discesa è stata tosta per le nostre ginocchia e la situazione è peggiorata, domani valuteremo se prendere il bus per Sarria (lasciando così le gambe e i piedi a risposo per un giorno) o se dirigerci verso Samos, fermarci lì, per giungere a Sarria dopodomani.
Siamo stati alla prima messa per pellegrini nella chiesa di Triacastela, e ovviamente ci hanno chiamato a  leggere le preghiere in italiano. Il francese accanto a me arrivava da Tolona a piedi! ed è stato gentile facendoci leggere insieme il suo libro di preghiere in spagnolo. Il prete ci ha insegnato un nuovo modo di scambiarsi il gesto della pace, un abbraccio, e mentre lo faceva mi diceva  "ANIMO!"  probabilmente ha colto la mia faccia sofferente !?
Usciamo da messa e chi incontriamo... la ragazza tedesca solare! Per fortuna che era lei e non l'altra, così ci fermiamo a fare 4 chiacchiere, e scopriamo che loro non sono arrivate a O cebreiro perché ad un certo punto hanno chiuso l'accesso, hanno comunicato a valle che il rifugio era pieno e di non far salire altra gente, del resto c'era solo quello, era impossibile che fossero lì e non le avessimo incontrate! E poco dopo incrociamo anche i nostri compaesani! Torniamo nel rifugio e ritroviamo in camera la coreana (?) stramba, anoressica e che temo abbia qualche problemino di vista, e che abbiamo incontrato ieri. In attesa di fare la doccia, ho mezzo parlato con un ragazzo tedesco, dall'aspetto un po' "poeta maledetto". In ostello c'è anche un signore coreano (?) che parla con la coreana e che ha seri problemi al ginocchio. Non so perché iniziamo a dare un nomignolo a diversi pellegrini. A parte ciò non riusciamo a socializzare più di tanto, forse perché siamo in due, forse perché in parte mi spiace disturbare visto che anche gli altri non tentano di proseguire le chiacchiere…


11/6/14 Triacastela - Samos - Sarria

Oggi abbiamo fatto solo 10 km a piedi, abbiamo abbandonato il cammino e proseguito lungo la statale, c'erano chiare indicazioni per raggiungere Samos e così abbiamo preferito l'asfalto al fine di preservare un po' le ginocchia.






Arrivati al monastero insieme ai ns compaesani noi decidiamo di visitarlo (loro proseguono) a visitarlo insieme a noi c'è la signora che fa l'uncinetto incontrata a Villafranca, zoppica vistosamente. Dopo la visita tentiamo di trovare un bus per Sarria ma non ce ne sono fino all'indomani, e così con 12 € una gentile tassista ci porta a Sarria.
Che strano ritornare in città, dopo questi giorni immersi nella natura. Mi sentivo un po' in colpa, un po' come se stessi facendo qualcosa di sbagliato ma, abbiamo dovuto… le nostre ginocchia sono conciate, e le discese, anche piccole, sono una tortura.  In realtà se stai male puoi farlo, nessuno te lo vieta e pensare a quelli che si muovono da una tappa all'altra in bus ? o che spediscono sempre lo zaino avanti ?
Con questa mezza giornata di riposo, il ghiaccio e aver comprato le bacchette (io glielo avevo detto di portarsele da casa!!! ma all'ultimo non le abbiamo trovate) speriamo di poter ripartire per bene.
Seconda cena in ostello, qui tutto il pomeriggio siamo stati solo in 6, molto bello! Poco fa una ragazza spagnola secondo me piangeva e così, dopo diversi tentennamenti, mi sono avvicinata, anche se non sapevo bene cosa dirle, come potevamo spiegarci, ma per fortuna mi ha detto che non stava piangendo ma solo raffreddore, boh a me non sembra, ma va bene… il mio passo l'ho fatto, fratellanza come diceva qualche giorno fa la preghiera. Dopo la ns misera cenetta a due, siamo usciti per un gelato, qui in spagna hanno gusti che in italia non abbiamo… e abbiamo incontrato l'ermafrodita , cioè la ragazza che non si capisce se è maschio o femmina (vi avevo avvisato che avevamo iniziato a dare un nomignolo ai ns "amici" ) 
Non ho sonno, forse perché non abbiamo camminato a lungo o forse perché ieri notte abbiamo dormito più del solito.
Stamattina camminando nei boschi (lungo la statale) ci sono stati momenti in cui mi sembrava di percepire energia dalle piante, una strana sensazione che risaliva dalle mani su lungo le braccia…

12/6/14 Sarria - Portomarin
La spagnola è partita senza neppure salutare, trattandoci come gli altri… ma vaffanculo!
Siamo tornati a fare 22 km, nella media, andavamo piano e siamo stati quasi gli ultimi, anche se in realtà non è così (dopo di noi sono arrivati in tanti).
E' proprio vero che da Sarria il numero di pellegrini aumenta moltissimo! Abbiamo incontrato nuovamente l'ermafrodita e la coreana che andava in giro con una molletta del bucato nei capelli (?!) la ragazza con i dred insieme al ragazzo con il maglione e l'altro ragazzo che hanno dormito con noi la prima notte a Ponferrada. L'ostello di stanotte è terrificante, uno stanzone pienissimo, per fortuna ho scelto un letto vicino alla finestrella, e nel letto accanto a me c'è il sosia, un po'  più grosso, di un mio cliente. Anche qui come a O' Cebreiro docce senza porta, una ragazza "furba" ha usato il pareo come tenda e io come al solito mi sono imboscata in quella in fondo, e anche stavolta eravamo solo noi due...
Oggi abbiamo incontrato un ragazzo che assomigliava a Renga e una ragazza che aveva nel marsupio un bimbo di pochi mesi! Povero bimbetto tutte quelle ore in quella posizione.. e anche per la ragazza non era certo semplice, avrei tanto voluto chiederle ma perché ?! Ma chi sono io per giudicare ? Nei boschi questa mattina abbiamo incrociato un ragazzo che ha dormito all'aperto insieme al suo cagnolino.
La tappa è stata abbastanza semplice, a parte l'inutile salita al monastero/belvedere di Sarria, c'era una nebbia fitta! e ovviamente quando si sale…poi si scende… per una devastante discesa … idem come la discesa tragica di Portmarin… sotto un sole cocente… e mi domando come fanno ad Agosto ?!



13/6/14 Portomarin - Palas de Rei
Siamo partiti presto, dormire sta diventando una tortura per me, i tappi non sempre sono sufficienti e ogni volta che voglio voltarmi devo prendermi la gamba sinistra con le mani e aiutarmi nel movimento perché sembra un tronco) e altrettanto presto è iniziato il dolore al collo del piede, già avevamo intenzione di non fare i 25 km previsti e fermarci prima, e con questo dolore credo che la scelta sia inevitabile… In questa tappa incontriamo diverse volte padre e figlio italiani incontrati ieri sera in ostello, il padre si preoccupa un po' per il mio piede. Giunti al paese che la guida indica come pieno di bar e servizi per pellegrini, ci accorgiamo che non c'è nulla, sono 4 case, 10 mucche e un ostello ancora chiuso, senza l'ombra di un posto dove poter cenare… e così a malincuore ci rimettiamo in marcia e passiamo altri 2-3 posti senza capire dove avremmo potuto cenare. Mantenendo così una velocità formica, con il piede che ora è un blocco unico e che non ne vuole più sapere di piegarsi, alle 15 raggiungiamo finalmente Palais de Rei, destinazione finale della tappa! Così contro ogni aspettativa riusciamo a fare i nostri 25 km. Oggi abbiamo rivisto le tedesche! Arriviamo in un albergue (trovato grazie alla gentilezza della proprietaria del primo ostello visitato -ma full- ) e ritroviamo padre e figlio italiani, siamo solo noi 4 in camera, partiti da Sarria e che vorrebbero arrivare a Finisterre/Muxia. Ci sono altri 2 italiani conosciuti all'ostello di ieri sera e rivisti oggi durante il cammino, anche loro hanno dovuto prendere il bus per una tappa a causa di una tendinite.
Domani contiamo di arrivare a Melide e andare da Ezechiele, spezziamo così la tappa in due piccole da 14 km, ho/abbiamo bisogno di riposarci. Stasera abbiamo parlato anche con Marcus , il finlandese, sembrava stessimo attaccando bene, ero pronta con una domanda sull'aurora boreale e poi di punto in bianco si è alzato ed è andato via ... Chissà siamo antipatici noi o cosa ?!

14/6/14 Palas de Rei - Melide
14  come i km percorsi oggi o poco più...
Il piede mi fa ancora male ed é diventato gonfio appena sopra la calza, forse perché essendo un calzino corto l'elastico si ferma e stringe proprio li dove mi fa male ?













Grazie alla tachipirina, al bastone/ramo trovato nel bosco, al terreno più morbido e ai pochi km,  ho camminato meglio, il piede non era del tutto bloccato. Arrivo e riposo qui a Melide. Ci stavamo dirigendo da Ezechiele quando sedute in un bar appaiono le tedesche! Che sorpresa e che sorrisi! Stavano per cenare lì, le ho invitate da Ezechiele ma, quella più riservata, è vegetariana (chissà perché me lo aspettavo) così  andiamo  da soli verso il nostro polpo e penso che se incontrerò ancora le tedesche (si ora sappiamo con certezza la nazionalità) gli scrivo su un pezzo di carta la mia email.
Termianata la cena piccante, cerchiamo un supermercato per comprare l'occorrente per la colazione: pan de leche e succo di frutta :-)  e nel supermercato incontriamo padre e figlio italiani! Il padre si preoccupa sempre per me e il mio piede. Possiamo affermare che questi sono i nostri unici "amici" del cammino, anche se non sappiamo neppure i loro nomi, e non abbiamo mai cenato o camminato insieme.



15/6/14 Melide - Arzùa

Ero così contenta stamattina, il piede non mi faceva poi così male e sembrava che io avessi recuperato almeno il 60% del movimento, riuscivamo a camminare più veloci finché, ad un certo punto ho iniziato ad avere una strana sensazione, come una sorta di borsa ciondolante piena di acqua, avevo il terrore di sfilare la calza. Arriviamo finalmente in paese, anche stavolta l'idea di essere arrivati in una città disabitata nonostante sia piuttosto grande, indecisi sull' albergue "Qui?"  "mmmm... proviamo a vedere l'altro... si dai questo, ha il pc e la stampante, così riusciamo a fare il check-in per il ritorno!". Entriamo e un odore di eucalipto ci invade, al momento la cosa mi piace e attira la mia attenzione, iniziamo a preparare i letti finché non vedo per puro caso per terra una cosina nera morta... BUM ... vado in tilt... secondo me è una bed bugs... (ma in realtà non le avevo mai viste se non su internet) e improvvisamente la mia mente fa 2+2 ... ecco spiegato l'eucalipto... mai sentito finora in altri albergue! *** l'eucalipto dovrebbe fungere da "repellente" *** nel giro di pochi minuti riprendiamo in spalla gli zaini, ci facciamo restituire i nostri 20 euro e scappiamo da quel posto! Per fortuna che non avevamo ancora tolto i sacchi a pelo! Se avessi scelto un altro letto non avrei visto nulla,saremmo rimasti li probabilmente.
Ritorniamo quindi nel primo albergue dove c'eravamo fermati un po' titubanti, e stavolta entriamo senza esitare. Ci sistemano in una stanza con altre 6 persone, senza lenzuola di carta usa e getta ma di stoffa... la cosa non mi entusiasma molto, ma sono stanca e accaldata e terrorizzata da cosa potrò vedere una volta tolta la scarpa... Resto in stanza da sola, tolgo scarpa e calzino e ... la zampogna appare ai miei occhi... non capisco più molto, vorrei piangere, non so che fare, non c'è nessuno... senza pensarci troppo mi siedo sul letto con la gamba distesa. Spero che tenendo su il piede io possa far defluire i liquidi **illusa** nel frattempo arriva altra gente e due ragazzi stranieri si preoccupano per me e tentano di offrirmi le loro medicine.

Mi distraggo quando sento in corridoio una voce italiana, è piacevole sentire accanto a te una lingua familiare...  improvvisamente sia affacciano padre e figlio italiani! Sono stati sistemati nella stanza accanto con solo 4 letti, ci propongono di trasferirci nella loro stanza,  chiediamo in reception e ci dicono di attendere ancora un'oretta perché in teoria quei due posti sarebbero prenotati. Alla fine riusciamo a spostarci di stanza, ed è un po' come essere a casa... dormire solo in 4 con due volti conosciuti. Doccia, usciamo a tentare di comprare qualcosa per cenare e mi fermo nell'unica farmacia di turno aperta, scambiano la mia zampogna per una storta/botta e mi rimandano via con un "Vai, non è niente!" Chissà come sarà domani il mio povero piedino...
Prima di rientrare per prepararci la cena andiamo a messa, e incontriamo un prete italiano che alla fine della messa invita tutti i pellegrini accanto all'altare per la benedizione. Terminata la benedizione invita poi gli italiani, eravamo 5-6,  in sacristia e ci da dei foglietti da consegnare in giro per informare che nella cattedrale di Santiago ci sarà anche la messa in italiano. Torniamo in albergue e iniziamo la nostra missione di diffusione.
Ceniamo in albergue con pasta, olio e formaggio lasciati da pellegrini precedenti, una cena decente considerato che abbiamo comprato solo 2 pomodori e la frutta! Parliamo con padre e figlio e finalmente ora sappiamo i loro nomi F. & A. ! Le tedesche oggi non si sono viste...

16/6/14 Arzùa - O Pedruzo
Dopo una notte quasi insonne pensando a cosa fare con il piede, a come proseguire...
Ho sognato nuovamente di essere già a Santiago e sono terrorizzata perché non mi ricordo di essere arrivata nella cattedrale, mi sembra di essermi persa un pezzo... Finalmente suona la sveglia del A. e con la luce accesa constatiamo che purtroppo la situazione del piede non sembra essere migliorata. A malincuore mi rassegno a prendere il bus per O Pedruzo, ho visto gli orari giù nella saletta, e visto che manca ancora del tempo, opto per tentare con un'altra farmacia. Ne troviamo una ortopedica accanto a ciò che sembra essere una guardia medica argghh!!! ieri sera era aperta!! In farmacia mi propone una fascia elastica, secondo me anche qui hanno scambiato il tutto per una storta, nonostante ripetiamo che "no es un golpe!" compro la fascia sperando che eviti di gonfiarsi ancora di più, altrimenti non saprei come inserire la scarpa! Prendiamo il bus e sono così triste e arrabbiata perché spesso dal finestrino intravedo i pellegrini, e mi sento in colpa di essere sul bus.
Scendiamo dal bus, tappa al supermercato, pranzo spartano su una panchina e poi ci dedichiamo alla ricerca dell'albergue...  incontriamo la coreana che ci fa segno di entrare.
L'albergue è nuovissimo, tutto in stile IKEA, ci piace molto, ma con il passare del tempo ci accorgiamo che non è stata una mossa astuta, i bagni sono studiati male, 1 solo water, 3 lavandini minuscoli e docce in comune dietro una tenda. Visto che non ho camminato decido di saltare la doccia, mi sdraio sul letto e cerco di riposarmi, mi sento calda, temo di avere la febbre... no, non posso avere la febbre....  ora stai tutto il pomeriggio qui e poi rinasci! Mi addormento un po' e sento la voce di Franco, riapro gli occhi di colpo e gli dico "vai è Franco!" ed effettivamente era lui! Loro decidono di non fermarsi perché non  amano lo "stanzone" tutti insieme appassionatamente, ma è così grande, luminoso che a  me non da per nulla fastidio. Nel letto accanto al nostro arrivano un'altra coppia di padre e figlio italiani, il figlio stavolta ha solo 10-12 anni!!! Riusciamo a chiacchierare un po', il mio piede-zampogna attira l'attenzione :-) e scopriamo che sono partiti dalla Toscana in auto fino a Ponferrada, da dove sono partiti due giorni dopo di noi, e mentre il padre si vanta di essere sportivo ha entrambe le caviglie un po' a zampogna (io almeno solo la sinistra!) mentre il bimbo non ha nulla! Certo è anche vero che il padre è costretto a portare uno zaino un po' più grosso perché ha anche delle cose del figlio, ma a mio avviso potevano evitare di portarsi due libroni da leggere... uno in due non bastava? o un'edizione economica? boh potrei capire se fossero in viaggio da settimane... ma siete partiti da dove siamo partiti noi... e io non ho portato alcun libro!
Non c'è molto da fare, non possiamo neppure cucinare perché non esiste una cucina! così usciamo e andiamo a visitare la chiesa e lì incontriamo nuovamente F & A (giusto per distinguerli dalla marca di abbigliamento) stanno cercando di raccogliere più selli possibili, sono partiti da Sarria e A. - il figlio- vorrebbe riempire l'intera credenziale! Decidiamo di cenare insieme e scopriamo che abbiamo molte cose in comune, quasi lo stesso lavoro ed entrambi ex scout A. lo è ancora. Chi lo avrebbe mai pensato! Così lontani da casa, e incontrati per puro caso!
Andiamo a letto che sono le 22 passate, e non abbiamo mai fatto così tardi!


17/6/14 O Pedruzo - Santiago



Alle 2 sono già sveglia.
La luna mi illumina la faccia, insinuandosi tra le tende,  mi risveglio di colpo alle 6, quando metà ostello è già andato via! Facciamo più veloce possibile, e alle 7:05 inizia l'ultima tappa...
Andiamo veloci, molto più del solito, i 20 km che ci separano da Santiago volano via velocemente nonostante le salite e le atroci discese. Il tempo passa, il dolore al piede torna a farsi sentire nonostante la tachipirina. Rallentiamo ma, non troppo, l'emozione e la voglia di arrivare a Santiago prima delle 12 ci spingono ad andare avanti.. Continuiamo a incrociarci con padre e figlio toscani. Gli ultimi boschi, il monte del Gozo, le croci sulla recinzione dell'aeroporto... Ci siamo...








L'attraversamento della città di Santiago sembra non finire mai... finché finalmente scorgiamo le torri della cattedrale -bene allora ci siamo- penso, i segnali spariscono, niente più frecce gialle a indicarci la strada, sembra quasi che in città non sia necessario indicare il cammino... eppure ad un certo punto, negli stretti vicoli ci sembra di esserci persi , finché una signora, comodamente seduta al bar, senza averle domandato nulla, ci indica dove andare, probabilmente ha letto lo smarrimento sulle nostre facce.


Inizio a sentire la musica, le famose cornamusa, suonano una musica trionfale, non capisco più nulla, arrivo in piazza e a stento trattengo le lacrime. Mi accorgo di un tizio con una piccola videocamera puntata in basso che -penso- tenti di riprendere i volti dei pellegrini, d'istinto abbasso lo sguardo e mi copro con la visiera del cappello.
Sono le 11.50 "Dai tentiamo di entrare per la messa delle 12" niente da fare, non ti fanno entrare se hai lo zaino!  Ma come ! Tutta sta fatica, tutta sta corsa per nulla!
Decidiamo allora di andare a ritirare la Compostela. Coda lunga, ma con il senno di poi ci è andata di lusso, perché ogni volta che siamo ripassati da li, la coda era infinita! E poi ora sono felice, niente più lacrime, il sogno è diventato realtà, sono a Santiago, ce l'ho fatta!
Solita routine, ostello, preparare il letto, doccia, riposo... facciamo anche il check-in per il ritorno...

E' finita... tutto si compie...

A completare l'opera, più tardi incontrerò per la prima volta J.C. , qui ai piedi della cattedrale... mai posto più azzeccato, visto che ci sentiamo da anni via internet, ed è nato tutto per via di Santiago!
Domani tenteremo di raggiungere Finisterre in bus per rientrare a Santiago giovedì.


18/6/14 Finisterre
Che delirio riuscire a trovare la fermata del bus per Finisterre (senza dover andare fino alla stazione degli autobus). In una città così turistica come Santiago non pensavo fosse così complicato, ma per fortuna qui almeno qualcuno parla inglese!
Viaggio lunghissimo, 3 ore, fermava quasi ovunque e l'autista guidava come un matto... certe spiagge bianchissime, da paesi tropicali! Finalmente arriviamo a Finisterre, scendiamo dal bus e vendiamo assaliti con offerte di camere, anche se non ci sono mai stata mi dava la sensazione di essere in Grecia. Prendiamo posto in un ostello e andiamo a mangiare in un ristorantino nel porto, ordiamo un menù a prezzo fisso e io mi limito a prender una zuppa di pesce -non ho molta fame-  peccato però che mi arriva una zuppiera di dimensioni enormi! Non riuscirò (e non riesco) a finirla! Finito il pranzo ci dirigiamo a piedi verso il faro sentendo la mancanza dello zaino... ma in senso negativo! Ci mancava! Era strano camminare "leggeri". Ci dimentichiamo di portare con noi il mio bastone da lasciare lì. Il resto del pomeriggio lo passiamo in una spiaggia fantastica ma, la corrente è forte e l'oceano è gelido! E pensare che la scorsa estate eravamo sempre in quell'oceano, ma dall'altra parte...
Ci siamo fatti fregare dalle onde che ci hanno bagnato i pantaloni perché  troppo intenti a osservare il delfino così vicino alla riva, direi così tanto vicino da vedergli il musetto che agguantava in salto un pesce, alla faccia del gabbiano che gli svolazzava sopra. A malincuore, senza aver trovato alcuna conchiglia di capasanta, rientriamo in albergue per preparaci la cena e finire le ultime scorte, lasciando ai futuri pellegrini qualcosina, così come noi avevamo usato " le donazioni" altrui. Ceniamo insieme al veneto, nel senso di contemporaneità, ma ognuno mangia il suo, perché lui purtroppo è stato colpito da un virus allo stomaco ed era bloccato in quello ostello da giorni. Tra me e me pensavo -cavolo per fortuna che non è capito a noi- .


19/6/14
Tutti abbiamo deciso di prendere il 1° bus per rientrare a Santiago, la fermata del bus era così affollata che per fortuna hanno deciso di far arrivare un 2° bus! Noi ovviamente siamo saliti su quello...
Prima di partire per Finisterre avevamo prenotato una camera a Santiago nel nuovo monastero accanto alla cattedrale. Che strano dormire per la prima volta in un ex monastero, anche se lo stanno pian piano trasformando in hotel. Oggi finalmente riusciamo a entrare nella cattedrale e ad assistere alla messa delle 12 per i pellegrini, era stracolma e ci sediamo per teerra. Oggi niente botafumeiro, ci riproveremo domani! La coda per abbracciare la statua di Santiago era infinita, ci siamo così diretti nei sotterranei dove c'è la tomba, ma è stato tutto così veloce, così sospinti dalla coda che non ho capito molto. La cattedrale di per se è immensa, peccato che sia in ristrutturazione, sia l'esterno che il portico della gloria... uff...
Rientriamo nel monastero-hotel , siesta con pennica pomeridiana, mi piace questa usanza spagnola :-)
E' strano essere in camera solo noi due e con il nostro bagno. E' strano, sento la solitudine, la mancanza della condivisione, ed io per fortuna non sono partita da sola...
La mia caviglia è tornata a essere zampogna, evviva!
Alle 17 siamo andati nella chiesa di S. Francesco per ritirare l'altro "diploma" in onore degli 800 anni del pellegrinaggio di S. Francesco qui a Santiago. Mentre sono in coda rifletto pensando a quante persone prima di me hanno percorso la stessa strada, da secoli e secoli.
Purtroppo non abbiamo più incontrato F&A, le tedesche, la coreana o i toscani... ma in compenso abbiamo rivisto l'ermafrodita, Bruno e il siciliano.



20/6/14
Oggi si torna a casa...
Rientriamo in cattedrale, devo riparlare con Santiago, devo abbracciare la sua statua e ringraziarlo (incurante di quanti prima di me l'hanno già toccata, temevo che la statua fosse consumata, invece mi sembrava in ottimo stato). Ci fermiamo alla messa, c'è anche l'arcivescovo -perfetto, vedrai che ci sarà il botafumeiro-  e quando ormai avevo perso le speranze... lo accendono e tutti si alzano in piedi, le guardie passano a dire di restare seduti affinché tutti possano vedere... oscilla così tanto da un lato all'altro della navata che ha dell'incredibile.
Il resto della giornata la passiamo come dei turisti...  vediamo gli altri pellegrini arrivare, fare la coda per la compostella, le cornamusa suonano ma musica differente, non bella quanto la nostra.
E' giunta l'ora,e mentre stiamo salendo sul bus che ci condurrà in aeroporto inizia a piovere... Santiago ci saluta piangendo...
In aeroporto ritroviamo il veneto, Bruno, i nostri compaesani e altri volti mai visti, l'aereo è pieno!

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